Obiettivi e business
La gestione degli obiettivi per essere più efficaci
La gestione degli obiettivi diventa sempre più indispensabile per fare impresa in modo efficace.
Approfondiamo il tutto con questo focus per scoprire meglio come funziona.
Spesse volte l’imprenditore è visto come una figura concentrata sull’azione e questo è ampiamente vero. Le azioni sono fondamentali e permettono di concretizzare il business, da tutti i punti di vista. Questo significa anche essere pratici, che è da considerare come una dote e anche una competenza di chi fa impresa oggi.
Tuttavia serve misurarsi anche su qualcos’altro.
Intendo dire che più passa il tempo e maggiore è la complessità nel mondo del business; in sostanza l’imprenditore è chiamato a sfide veramente importanti e occorre affiancare all’azione qualcos’altro.
Si passa dalla pura e semplice azione, alla programm-azione.
Cioè serve possedere strategie e programmi che poi, naturalmente, trovano la loro espressione attraverso l’azione.
Insomma, agire e basta non è più sufficiente.
Serve pensare all’azione per capire certamente come farla, ma anche e soprattutto perché farla.
Occorre quindi inserire più strategia nella propria impresa, e questo nuovo approccio ha bisogno di essere imparato ed allenato, come è normale che sia.
Una metafora nel mondo dello sport, e nel calcio in particolare, ci può aiutare a capire meglio.
Negli anni 60 e 70 per giocare a calcio ed eccellere bastava avere tecnica, poi con gli anni 80 serviva anche che la squadra e i giocatori avessero una strategia meglio definita.
Oggi siamo arrivati al punto che la strategia si evolve durante la partita stessa, grazie a figure iper specializzate come i data analyst, che studiano i dati relativi a movimenti e performances dei calciatori e forniscono interpretazioni in tempo reale, proprio per riadattare la strategia e creare nuovi programmi d’azione.
È la programmazione che indica quali azione compiere.
E tornando al mondo dell’impresa, possiamo dire che il cambiamento in atto è analogo, nel senso che è coinvolta allo stesso modo l’identità stessa dell’imprenditore.
SI tratta di una vera e propria evoluzione, e si sta passando dall’imprenditore artigiano che padroneggiava la tecnica all’imprenditore analista che studia il mercato, le performances della sua azienda e imposta, di conseguenza, programmi e obiettivi.
E tutto questo viene fatto per garantire maggiore efficacia al proprio business.
Usando una definizione un po’ particolare potremmo dire che l’Imprenditore della nuova era è un capace gestore di obiettivi che è in grado di orientare efficacemente la propria azienda.
Per questo, a inizio articolo, abbiamo dichiarato che la gestione degli obiettivi diventa sempre più fondamentale per fare impresa in modo efficace.
È una vera e propria arte che si basa su conoscenze, abilità e competenze. Insomma per padroneggiare gli obiettivi, anche e soprattutto a livello business, serve aggiornarsi e formarsi, entrando nel vivo di diverse tecniche.
Si tratta quindi di arricchire il proprio bagaglio imprenditoriale, con l’obiettivo di muoversi in maniera moderna ed anche flessibile.
Ricordiamoci che gestire gli obiettivi, in modo efficace, può rappresentare un potente motore per il proprio business.
Ed è vero che porta molti benefici anche a livello personale, soprattutto perché rappresenta un approccio sfidante e proattivo, capace di mettere l’imprenditore nella direzione più corretta per crescere ed evolversi.
Possiamo dire che darsi degli obiettivi è la più grande forma di auto motivazione personale.
E chiaramente, anche a livello aziendale i benefici sono molteplici.
Ad esempio si ha una maggiore chiarezza nell’impostare e seguire la propria direzione, e lavorando per obiettivi si aumenta anche il controllo aziendale.
Controllo significa, tra i vari aspetti, includere anche il monitoraggio e la valutazione di risultati e strategie, un po’ come fanno i data analyst nel mondo del calcio. Questo permette di correggere il tiro, di passo in passo, aumentando la propria efficacia di azione.
Chiaramente sono diverse le tecniche che occorre conoscere e soprattutto padroneggiare.
Esse permettono, ad esempio, di impostare un obiettivo, schematizzarlo, testarlo e anche di gestirlo o riprogrammarlo.
E così facendo l’obiettivo diventa SMART che è anche il nome di una delle tecniche.
La tecnica Smart permette di sviluppare un obiettivo, dandogli la corretta forma e struttura.
Per l’esattezza Smart è anche un acronimo, ovvero una sigla che identifica le diverse fasi che compongono questo metodo.
La S deriva dall’inglese “specific” e significa quindi specifico.
La M deriva dall’inglese “measurable” e significa quindi misurabile.
La A deriva dall’inglese “achievable” e significa quindi raggiungibile.
La R deriva dall’inglese “realistic” e significa quindi realistico.
La T deriva dall’inglese “time based” e significa quindi temporizzabile.
Ogni fase, cioè ogni passaggio, permette di farsi una serie di domande e identificare le idonee risposte che permettono di sviluppare l’obiettivo in modo coerente.
Ad esempio, nella fase “M” ci si pone una serie di domande utili a capire come misurare l’obiettivo, in termini di monitoraggio e risultati.
Questo è uno dei diversi passaggi importanti, perché trovare le corrette unità di misura per il proprio obiettivo significa aumentare, e di molto, le possibilità di raggiungere il proprio risultato.
È quindi un lavoro metodico che serve a far emergere tutti i parametri che ci permettono di impostare e pianificare i propri obiettivi, facendo anche una serie di test valutativi, che servono a stimare in anticipo le probabilità di successo.
C’è difatti una grande differenza tra desideri ed obiettivi.
I desideri spesso sono generici, e seppur indicano il grande risultato finale, mancano di dettagliarne il percorso.
L’obiettivo invece include tutte le indicazioni, che passo dopo passo, permettono di concretizzare realmente ciò che avevamo in mente.
È un po’ come il proprio navigatore, che invece di avere il sogno generico di andare in una grande città, ti ci porta realmente, ad esempio a Roma, indicando anche il tempo necessario, cioè fornendoti un’unità di misura.
E se ci sono imprevisti?
Anche in questo caso è come il navigatore, che te lo dice che servirà un’ora di tempo in più per arrivare a destinazione, e ti segnala in rosso dove c’è il problema.
E difatti la pianificazione degli obiettivi va a testare anche le aree dove potrebbero esserci degli imprevisti, e nei limiti del possibile, si va a simulare diverse situazioni, al fine di domandarsi cosa cambierebbe per noi e per i risultati che ci attendiamo di ottenere.
Ci sono persone a cui non cambia nulla un’ora di possibile coda, perché la meta è più importante di ogni cosa. Altre invece, davanti a questa possibilità, preferiscono ipotizzare destinazioni più vicine e cambiare obiettivo.
Per questo serve utilizzare e padroneggiare diverse tecniche che aiutano realmente a programmare gli obiettivi della propria azienda, con il fine di migliorare il raggiungimento dei risultati.
E come ogni tecnica la si può imparare, perché anche aggiornarsi e formarsi può diventare un ottimo obiettivo!